D'Annunzio e la cultura germanica

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Centro Nazionale Studi Dannunziani

Atti del VI Convegno, 3-5 maggio 1984

Presentazione di Ettore Paratore •

In qualità di Presidente del Centro Nazionale di Studi Dannunziani in Pescara ho l'onore e il piacere di inaugurare i lavori del Convegno "D'Annunzio e la cultura germanica".
È questo il sesto Convegno indetto dal nostro Centro, e come consuetudine valorizza uno degli aspetti che i nostri Convegni hanno avuto dall'origine. Sin dall'inizio della nostra attività, i temi della riunione sono stati alternativamente dedicati a singole opere di D'Annunzio o ad argomenti di carattere generale. Il primo Convegno, nell'autunno 1979, ha in un certo modo riunito le due caratteristiche in quanto ha trattato un tema generale, il verismo dannunziano nel primo periodo, ed ha anche approfondito l'analisi specifica delle opere relative. Vi sono stati poi Convegni di carattere generale, Natura e arte nel paesaggio dannunziano (1980) e D'Annunzio giornalista (1983), e Convegni specifici sul Trionfo della Morte (1981) e su Canto novo nel centenario della pubblicazione (1982).
Anche il Convegno di quest'anno ha un tema generale, mentre quello dell'anno venturo, che verterà su La Figlia di Jorio, ritornerà alla scelta di un'opera singola. Ma il tema del presente Convegno è particolarmente originale in quanto inaugura la ricerca dei rapporti fra D'Annunzio e le culture straniere, e la inaugura prescegliendo una cultura che non era direttamente aderente a D'Annunzio come ad esempio quella francese. È però innegabile, come ho scritto anche nell'articolo di presentazione del Convegno che è apparso stamane su "Il Tempo", che negli anni di formazione del D'Annunzio, accanto al predominante influsso della Francia, si esercitò anche quello della cultura tedesca, specie attraverso la triade Schopenhauer-Wagner-Nietzsche, che influì profondamente sulla evoluzione culturale e spirituale di D'Annunzio, anche se del primo e del terzo di questi personaggi egli conobbe le opere soltanto attraverso traduzioni francesi.
La scelta del rapporto tra D'Annunzio e il mondo germanico è perciò una scelta che si giustifica in pieno per la fondamentale importanza che la cultura germanica ha avuto, sia pure attraverso mediazioni, sulla spiritualità europea nel passaggio dal secolo scorso al presente, e quindi anche su D'Annunzio. Basti pensare al Nietzsche e a quello che Nietzsche significava nella configurazione forse artificiosa che D'Annunzio dette al suo pensiero nel periodo in cui godette di maggiore popolarità; basti il riferimento a Nietzsche, dico, per intendere quale importanza e quale ruolo abbia avuto la cultura tedesca recente nella personalità e nell'opera del D'Annunzio.
Mi spetta ora il gradito dovere di ringraziare in primo luogo il Liceo Classico "Gabriele d'Annunzio" di Pescara della ospitalità che anche quest'anno ci ha voluto concedere, e di ringraziare soprattutto gli organizzatori di questo Convegno. Ringrazio particolarmente il Vice-Presidente del Centro, Dott. Edoardo Tiboni, che è sempre il benemerito per quanto concerne l'attività del Centro sotto tutti gli aspetti, e il Prof. Giorgio Cusatelli che si è assunto la responsabilità di tracciare il programma del Convegno e di rinvenire le personalità atte a svolgerlo. Non mi resta dunque che dare la parola ai relatori che ci faranno l'onore di intervenire in queste tre giornate.

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