Verso l'Ellade. Dalla Città morta a Maia

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Centro Nazionale Studi Dannunziani

Atti del XVIII Convegno, 11-12 maggio 1995

Presentazione di Edoardo Tiboni

Il convegno che ci accingiamo a celebrare è per certi aspetti diverso dai diciassette che lo hanno preceduto. Sinora abbiamo affrontato tematiche relative a singole opere dannunziane o, come avvenne nel Convegno del cinquantenario della morte del Poeta, nel 1988, si è tentato un bilancio a tutto tondo dell'intera opera del Pescarese. Non che questo sistematico approfondimento critico da noi promosso sia esaurito. Tutt'altro. Nel vastissimo campo dell'opera dannunziana c'è ancora e ci sarà sempre molto da arare e molto da raccogliere. E noi ci auguriamo di poter proseguire, con la determinazione che ci sorregge sin da quando nel 1979 costituimmo il Centro, nel nostro programma. Abbiamo, qualcuno ricorderà, messo al fuoco critico in questi sedici anni molti aspetti e molte opere del D'Annunzio, molte altre attendono il loro turno negli anni a venire. Già intanto la nostra biblioteca, tra Atti dei Convegni e altri volumi di dannunzistica che abbiamo pubblicato, può contare 29 titoli. E 27 è il numero delle rassegne dannunziane che abbiamo pubblicato con puntualità semestrale a partire dal 1982. L'ultima è uscita proprio in questi giorni con il numero di maggio di Oggi e Domani.
A prima vista, a chi non è impegnato negli studi dannunziani sia pure marginalmente, può apparire un po' stravagante questa nostra scelta, di dedicare cioè un intero Convegno al viaggio in Grecia che cent'anni fa un D'Annunzio trentaduenne compie su uno yacht, avendo compagni Edoardo Scarfoglio proprietario dell'imbarcazione e suo conterraneo, l'altro suo giovane conterraneo Pasquale Masciantonio destinato alla carriera politica, Guido Boggiani, singolare figura di artista ed etnologo che troverà la morte qualche anno dopo nell'esplorazione del Matogrosso, e sarà sinceramente rimpianto e ricordato dal Poeta, e infine George Hérelle che già aveva assunto il ruolo, che lo legherà a D'Annunzio nella storia letteraria, di traduttore in francese di più di una sua opera.
Invece quel viaggio, apparentemente di piacere e peraltro avventuroso per le difficoltà di navigazione nel mare di Capo Sunio, sollecitò una vera e propria svolta nell'arte dannunziana. L'accoglimento in chiave poetica della visione nietzschiana del mondo, visione peraltro già presente in D'Annunzio quando ad esempio, nelle Vergini delle Rocce fa dire a Cantelmo "Il mondo è la rappresentazione della sensibilità e del pensiero di pochi uomini superiori" spinge il Poeta necessariamente verso la grecità, verso la fonte della classicità che peraltro in quegli anni aveva e stava ancora svelando molti suoi tesori e misteri, per l'incalzare degli scavi di Schlieman.
Così il viaggio produce suggestioni e stimoli che trovano pressoché immediata oggettivazione nella Città morta e quindi nelle Laudi, a cominciare da Maia, il grande poema in cui appaiono tra l'altro i versi commossi dedicati alla patria abruzzese. Anche per questo ci è parso opportuno ripubblicare in occasione di questo convegno, il poema, affidandone la cura a Giuseppe Papponetti, autore di una introduzione e di un commento cospicui per la novità di certe notazioni e la puntualità dei riferimenti.
Altra nostra iniziativa tesa a dare documentazione visiva dell'itinerario dannunziano nei luoghi sacri della classicità è il filmato di circa un'ora, e quindi molto impegnativo per ogni aspetto, che abbiamo girato in Grecia, regista Ivanos Ciani, che vedremo questa sera a conclusione della prima giornata del Convegno. Un convegno mi auguro che potrà dimostrare, come dicevo, ciò che ha significato questo viaggio dannunziano di cento anni or sono per la successiva opera del Pescarese e per l'intera nostra poesia novecentesca che, com'è stato ormai ampiamente dimostrato, passa per D'Annunzio, attraversa D'Annunzio.
Prima di cedere la parola al Presidente di questa prima tornata desidero ringraziare il Ministero degli Affari esteri italiano e il Ministero della Cultura greco per l'essenziale collaborazione e l'assistenza forniteci nella realizzazione del documentario televisivo; la Regione Abruzzo e il Comune di Pescara per il patrocinio e per il contributo promessoci. Ringrazio sentitamente la Banca Popolare di Lanciano e Sulmona per il prezioso sostegno dato. Al magnifico Rettore Crescenti dell'Università D'Annunzio e al preside Palma di questo Liceo Classico, pur esso intitolato al nostro Poeta, va la nostra gratitudine per l'ospitalità offerta anche alle nostre manifestazioni conclusive di queste due giornate. E naturalmente ringrazio gli studiosi italiani e stranieri che daranno il contributo delle loro relazioni e dei loro interventi al Convegno. Interventi che mi auguro verranno pur nella necessaria brevità anche dai non pochi dannunzisti, molti dei quali abruzzesi, che seguiranno i nostri lavori.

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