Le molte vite dell'Imaginifico. Biografie, mitografia e aneddotica

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Centro Nazionale Studi Dannunziani

Atti del XXVIII Convegno di Studio, 9-10 novembre 2001, Chieti-Pescara

Presentazione di Edoardo Tiboni

Per necessità di cose, uscendo dalla tradizione che voleva la celebrazione dei nostri convegni nel più favorevole mese di maggio, celebriamo in questi due giorni di novembre il 28° Convegno di studi dannunziani.
Un Convegno che abbiamo fatto fatica a realizzare per una serie di circostanze che intuirete e sulle quali non starò a tediarvi. Ma è un Convegno che costituisce un nuovo tassello della costruzione critica che il nostro Centro va realizzando da 22 anni. Ne sono elementi costitutivi gli Atti dei 27 Convegni che hanno preceduto l'attuale, gli altri 41 volumi di dannunzistica pubblicati, i 40 numeri semestrali della Rassegna dannunziana finora usciti. Intendiamo proseguire con lo stesso ritmo. Ma l'opera, certamente non ancora compiuta, credo sia già ben delineata nella sua consistenza.
In questi ultimi tempi il pubblico italiano è stato sempre più sollecitato a fermare la propria attenzione su aspetti particolari spesso minori della vita di D'Annunzio più che sulla sua opera letteraria. Sempre più la Fondazione di Gardone Riviera sembra prediligere – e in questo sembra ormai ridotto il suo impegno culturale – l'allestimento di mostre del già visto, di cimeli, vestiari, ninnoli del vivere quotidiano e non di quello inimitabile del D'Annunzio o delle ospiti del Vittoriale. C'è da chiedersi quale possa essere il valore scientifico e non certo quello inimitabile vantato dal Poeta.
Venendo al nostro Convegno, vorrei considerare la sua particolarità. Non su un'opera di D'Annunzio ci soffermeremo questa volta, ma sulle opere dei suoi biografi.
Tornare su quanto si è andato scrivendo di D'Annunzio in vita e dopo la sua morte offrirà non solo recuperi di memoria ma nuove valutazioni e considerazioni critiche a vantaggio degli studiosi e di quanti comunque siano interessati ad ampliare la propria conoscenza di una delle figure più complesse della nostra storia contemporanea. Sarà credo anche una verifica di quanto, del lavoro biografico su D'Annunzio sinora compiuto, resti tuttora valido e quanto sarà destinato ad essere confinato sempre più nelle curiosità bibliografiche.
C'è, come nell'ultimo convegno dell'anno scorso, anche in questo, la dolorosa percezione di un'assenza che il trascorrere del tempo non attenua. Un'assenza irrimediabile. E tuttavia, abbiamo cercato di attenuare questa grave sensazione di vuoto mantenendo l'impegno assunto nel maggio del 2000 quando decidemmo di pubblicare, raccolti in volume, ed è un volume di oltre 600 pagine, gli studi su D'Annunzio di Ivanos Ciani. L'Opera costituisce, per la sua ampiezza, pur ragguardevole, ma soprattutto per i suoi contenuti, un contributo fondamentale per gli studi dannunziani, per il loro prosieguo, soprattutto destinato alle nuove generazioni.
Per noi è stato l'adempimento di un obbligo e l'omaggio, il più possibile concreto e durevole, all'amico e allo studioso scomparso così prematuramente. Ma di questo approfonditamente parleremo nel pomeriggio di domani a conclusione del Convegno, nella riunione che terremo nel consiglio comunale di Pescara. Intanto anticipo il mio ringraziamento ai due curatori dell'opera, Giuseppe Papponetti e Milva Maria Cappellini.
Sempre domani a conclusione di queste due giornate consegneremo l'8 Premio nazionale di letteratura Gabriele d'Annunzio, riservato alla saggistica, che ha visto la partecipazione di numerosi e importanti lavori che vanno ad accrescere, grazie anche alla nostra opera promozionale, la già così ricca bibliografia dannunziana.

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