Trionfo della morte

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Centro Nazionale Studi Dannunziani

Atti del III Convegno, 22-24 aprile 1981

Presentazione di Edoardo Tiboni •

Autorità, Signore e Signori a tutti voi il cordiale benvenuto del Centro nazionale di Studi dannunziani.
Avrebbe dovuto porgervi questo saluto, prima di pronunciare la sua relazione introduttiva al Convegno, il Presidente del Centro prof. Ettore Paratore.
Purtroppo una convalescenza che si sta prolungando più del previsto gli impedisce di essere in questi giorni tra noi. Il rammarico è grande, conoscendo il valore dello studioso e le sue capacità di animatore degli incontri culturali cui partecipa. Gli mandiamo il nostro affettuoso augurio di completa e rapida guarigione. Ascolteremo comunque la sua relazione dalla sua stessa voce, essendoci stato possibile registrarla.
Questo convegno è il terzo che il nostro Centro promuove e organizza. Costituitosi nell'autunno del 1979 per iniziativa di Geno Pampaloni, Ettore Paratore e di chi vi parla, esso si è mosso per la sua attività nella direttrice segnata dal suo statuto. Questo, all'art. 2 precisa infatti che scopo del Centro è l'approfondimento degli studi nonché la ricerca di fonti e documenti che possano contribuire alla migliore conoscenza e valutazione dell'opera dannunziana, con particolare riguardo al periodo giovanile e ai sempre stretti rapporti che legarono il poeta, in ogni stagione della sua vita, alla terra natia che gli fu permanente fonte di ispirazione e di riferimento. Qualcuno si è chiesto se ci fosse davvero bisogno di questa istituzione e se ci fosse ancora qualcosa da dire sulla sua opera; e si è domandato se il personaggio, catalogato da uno storico della letteratura italiana tra i minori, meritasse ancora tanta attenzione.
Ma fatti e cifre dicono che questi censori, sempre meno numerosi, hanno comunque torto: l'esaurirsi delle varie edizioni degli Oscar Mondadori, in centinaia di migliaia di copie, delle novelle; delle tragedie; dei romanzi dannunziani; la miriade di articoli che continuamente appaiono sul personaggio e la sua opera, lo stesso crescente numero di visitatori del Vittoriale, trecentomila mi pare nell'ultimo anno, e della Casa natale di D'Annunzio, qui in Pescara, pur nuda e spoglia; ma soprattutto la partecipazione, il successo e la risonanza dei convegni che il Vittoriale a Gardone e noi qui andiamo organizzando dimostrano che l'opera di D'Annunzio è ancora meritevole, oltre che di attenzione, di studio e approfondimento. Ciò accade in Italia, ma anche all'estero e la presenza di alcuni studiosi stranieri a questa assise come alle nostre precedenti, ne è ulteriore riprova.
Il primo dei nostri convegni, nel settembre del 1979 approfondì un tema "D'Annunzio giovane e il verismo" – sul quale il discorso critico – lo si verificò anche in quei giorni – non era e non è esaurito. Ma indubbiamente i contributi di quel nostro convegno raccolti negli atti che proprio in questi giorni hanno visto la luce, costituiscono un apporto rilevante al progresso degli studi sulla giovanile stagione veristica del D'Annunzio.
Nel novembre scorso, sollecitati da una proposta di Rosario Assunto che ritenemmo opportuno ampliare da tavola rotonda, com'era originaria intenzione, a Convegno di due giorni, trattammo un argomento quanto mai suggestivo:
"Natura e arte nel paesaggio dannunziano". Il tema era dei più vasti. Eppure fu possibile affrontarlo efficacemente e numerosi furono gli apporti, alcuni davvero illuminanti, sicché il risultato fu di grande soddisfazione pur se riteniamo, anche in questo caso, l'argomento certamente non esaurito e tale dunque da poter essere ripreso in futuro. Se ne potrà fare una valutazione più completa quando, ci auguriamo entro l'anno, usciranno gli Atti del secondo Convegno che daranno un quadro preciso del lavoro svolto nel novembre scorso.
A poco più di cinque mesi eccoci al nostro terzo e particolarmente atteso Convegno. La rilettura di uno dei romanzi più importanti di D'Annunzio fatta considerandone, tra gli altri, anche gli aspetti più strettamente legati alla terra d'origine e alla gente abruzzese non poteva non interessare il nostro Centro proprio per lo scopo che esso persegue ed essere scelto quindi tra i primi dei molti temi che intendiamo trattare nel corso della nostra, ci auguriamo lunga, attività.
Le relazioni elencate nel programma, la presenza di validissimi, illustri studiosi italiani e stranieri, il numero considerevole e la grande varietà delle comunicazioni già annunciate alle quali altre si sono aggiunte in questi ultimi giorni, gli interventi che certamente verranno ad animare queste nostre tre giornate, ci rendono sin d'ora certi del buon esito del convegno. Il quale è articolato in modo che anche le comunicazioni e gli interventi, spesso così sacrificati nei convegni, possano trovare lo spazio che meritano, soprattutto nell'ultima giornata, quando le relazioni saranno soltanto due. Per un pomeriggio, quello di domani, il Convegno si trasferirà a San Vito Marina, nei luoghi stupendamente descritti nel Trionfo della Morte.
La conoscenza di quei luoghi per chi non li avesse mai visti renderà ancora più stimolante la rilettura di pagine che alla sapienza descrittiva uniscono indubbiamente – e un abruzzese coglie, più di altri forse, questo aspetto nell'opera dannunziana – un amore sincero per la propria terra come per la propria gente, che non verrà mai meno, fino agli ultimi giorni di vita del poeta.
Altri luoghi legati a descrizione o memorie dannunziani saranno visitati in questi giorni. A Francavilla al Mare: il Convento, dove il Trionfo della Morte fu scritto, e il Municipio che ospita le due grandi tele di Michetti ritraenti l'una la processione delle serpi in Cocullo e l'altra gli storpi, che animano anche la scena dannunziana di Casalbordino. Per l'occasione sarà visibile anche l'ostensorio che D'Annunzio vuole nel suo romanzo dono degli Aurispa alla Cattedrale di Guardiagrele; ma in effetti questo prezioso oggetto d'arte è da sempre custodito a Francavilla al Mare. San Clemente a Casauria sarà l'altra meta che proponiamo ai nostri ospiti sia perché il tempio è tra "i protagonisti" del romanzo sia perché è tra i monumenti più insigni se non il maggiore del nostro Abruzzo, e dei meglio restaurati; grazie forse anche alle vibranti pagine di D'Annunzio e all'azione che egli condusse per il ripristino dell'antico capolavoro.
Risuonano nel Trionfo della Morte canti popolari che hanno non irrilevante funzione nell'orchestrazione del romanzo. Canti che ormai si conoscono solo in discutibili rielaborazioni di anni più recenti, ma che un meritorio lavoro di filologia musicale compiuto dal Coro Val Pescara ci consentirà di ascoltare la sera del 24, così come si cantavano sul finire dell'Ottocento, quando li udì D'Annunzio.
C'è infine tra le manifestazioni collaterali al Convegno la riproposta, da parte della RAI, di una forse dimenticata ma davvero esemplare realizzazione per il piccolo schermo della Fiaccola sotto il Moggio ad opera dell'ormai da anni disciolta "Compagnia dei Giovani" Falk-De Lullo-Valli. Non dovrò certo spiegare io quali siano i raccordi tra la tragedia e il romanzo che giustificano questa proposta dì un "fuori programma".
Eccovi così brevemente delineato il quadro di questo Convegno e quanto sinora ci è stato possibile fare. Ma l'occasione dev'essere da noi colta per accennare ai programmi futuri che certamente non potranno limitarsi alla promozione di convegni che pur resteranno nostro impegno fondamentale. Tra i nostri obiettivi più immediati è l'allestimento di una mostra permanente del paesaggio dannunziano abruzzese che apriremo quest'estate nei vani della Casa D'Annunzio messici a disposizione dalla Sovrintendenza ai Monumenti per l'Abruzzo. Vorremmo avviare la pubblicazione di un bollettino di studi dannunziani sempre riferito al periodo che ci interessa. Ma vorremmo soprattutto riuscire a costituire nella vuota Casa natale del Poeta, un museo a lui dedicato. E vorremmo che la sezione dannunziana della biblioteca provinciale ospitata in Casa D'Annunzio fosse potenziata e aggiornata con tutti i contributi critici sull'opera del Pescarese, piccoli e grandi che siano e che quasi giornalmente vedono la luce, in modo da consentire allo studioso utili ricerche e approfondimenti. Museo e biblioteca debbono costituire il vivo permanente rapporto tra D'Annunzio e la sua città natale, tra questa e gli studiosi dell'opera sua.
Rivolgo perciò un vivo appello ai dirigenti la cosa pubblica abruzzese e pescarese affinché questo nostro proposito venga finalmente assecondato e realizzato.
Noi in ciò non siamo pessimisti. Sono frequenti le accuse di insensibilità ai pubblici poteri per i problemi della cultura e dell'arte, almeno in Abruzzo. Ebbene, noi possiamo affermare invece che se questo Centro di Studi dannunziani è sorto ed è riuscito a svolgere in così breve periodo di tempo un intenso lavoro, cio è stato possibile grazie soprattutto alla Regione Abruzzo che qui nuovamente ringrazio nelle persone del Presidente Anna Nenna d'Antonio, che sarà nostra ospite nella tornata dì San Vito e dell'Assessore ai Beni Culturali Gaetano Novello; e alla Cassa di Risparmio di Pescara. La Camera di Commercio ci consente di disporre delle sue strutture congressuali sempre, senza limitazioni di sorta. Comune e Provincia ci hanno assicurato il loro prezioso aiuto. Ecco, noi vorremmo che questo aiuto dei due enti locali pescaresi fosse precipuamente finalizzato al conseguimento degli obiettivi che dianzi ho menzionato. Obiettivi che certamente non potranno essere conseguiti se, insieme a questo aiuto, non sì verificherà la disponibilità dei privati possessori di documenti, autografi e cimeli dannunziani, tuttora gelosamente custoditi in Abruzzo e altrove, e quindi non utilizzabili per quella funzione culturale cui potrebbero essere destinati diventando patrimonio pubblico; e se non continuerà e s'accrescerà anzi sensibilmente la cordiale collaborazione del Ministero dei Beni Culturali e del Vittoriale degli italiani soprattutto.
Amici, questa breve relazione si conclude con un augurio: che tra 15-20 mesi, in occasione del quarto convegno, il cui tema fisseremo al termine di questi lavori, sia possibile inaugurare il museo dannunziano e constatare come il nostro auspicio per il potenziamento della biblioteca sia divenuto una realtà.
Si tratterà di due operazioni che per la nostra città e per la nostra regione significheranno, più ancora che testimonianza di ammirazione, di gratitudine per il nostro grande conterraneo, un concreto progresso culturale.

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